Patrick Pichette è il vicepresidente di Google. Si trova sulla vetta del Kilimangiaro e guarda il tramonto, di una bellezza sconvolgente. Lo spirito è quello giusto, si trova in vacanza, una delle rare pause che si concede dal lavoro.
Anche la compagnia è quella giusta: si trova lì con la moglie. Sarebbe bello vederne tanti altri di tramonti, -si dicono- sarebbe bello proseguire il viaggio fino alla fine della vita.
Qualche giorno dopo quello che era solo un pensiero diventa realtà. Patrick lascia il lavoro e continua il suo viaggio.
A volte occorre prendersi una pausa, fermarsi ad ammirare la bellezza della natura o, più in generale, di quello che ci circonda: amici, familiari, figli. E ripensare al conosciuto fuori dagli schemi soliti, guardando il bello invece che il brutto. E immaginando cosa, da lì in poi, ci piacerebbe fare o essere.
Basterebbe anche provarci. A volte, addirittura, anche solo pensare di provarci. Questa storia è una bella metafora di una rinascita.
Quante volte sei rinato?
Il Marajà Parikshit era a cavallo nei boschi, stanco e assetato. Quando incontra Rishi Shamika la prima cosa che fa è chiedergli dell’acqua. In quel momento Rishi Shamika è in uno stato di meditazione talmente profonda che non si accorge della presenza del forestiero. Il Marajà, sentendosi ignorato e offeso, in preda all’ira avvolge un serpente morto intorno al collo del meditatore, che però resta impassibile e ignaro di quanto sta accadendo.
Shringi, figlio di Rishi, venuto a conoscenza dell’oltraggio nei confronti del padre, sente un incontrollabile desiderio di vendetta e maledice Parikshit condannandolo alla morte, entro sette giorni, proprio per il morso di serpente. Lo stesso Rishi Shamika, venuto a conoscenza della maledizione, avvisa il Marajà: la maledizione è però irreversibile, non può in alcun modo essere annullata.
Parikshit, consapevole del suo destino, rinuncia a tutti i suoi beni, abbandona il trono e si dirige dal saggio Sukadeva e gli chiede di insegnargli la disciplina yoga. Al termine del settimo giorno Parikshit è pronto ad accogliere la morte fisica senza timore e godendo per sempre della pace spirituale raggiunta grazie allo yoga.
Ogni volta che pratichiamo Shavasana, la posizione del cadavere, noi ripercorriamo la storia del Marajà Parikshit: l’abbandono del corpo nella posizione del cadavere è metafora della morte materiale come condizione necessaria alla successiva rinascita.
E possiamo rinascere ogni giorno, in ogni istante. Lo facciamo ogni volta che guardiamo dentro noi stessi e riconfiguriamo le nostre priorità e il nostro modo di guardare al presente.
Un’idea per la settimana
Chiunque abbia figli sa cosa sia la fase dei perché. Uno studio inglese stima che le madri siano sottoposte ad un bombardamento di 300 domande al giorno. Facendo domande i bambini costruiscono e rendono gradualmente più precisa e dettagliata la loro immagine del mondo: entità, cause, effetti e relazioni.
Nel corso degli anni disimpariamo a domandare e, a volte, smettiamo proprio di farlo. Non perchè sappiamo tutto, ma perché fare domande presuppone uno sforzo, una relazione di scambio. E perché accogliere una risposta che non ci piace potrebbe costringerci a mettere in discussione il nostro patrimonio di informazioni ed il nostro pensiero critico su un dato argomento.
D’altronde fare buone domande ci arricchisce. Ci apre nuovi scenari. E ricordiamo che possiamo imparare a fare buone domande anche a noi stessi.
Cominciamo da qui: iniziamo a farci domande.
(La parte sulle domande è presa da Nuovo e Utile, la spiega magnificamente Annamaria Testa qui)