La rana e lo yoga
Potrebbe sembrare il titolo di una favola di La Fontaine, ma è solo una delle posture dello yoga.
Molto spesso gli asana hanno dei nomi che rimandano al mondo animale e le ragioni sono tante e, probabilmente, tutte correlate. La spiegazione più semplice è che nell’esecuzione il corpo assume una postura che richiama quella dell’animale corrispondente.
Questo è senz’altro vero e si collega con un altro aspetto molto importante: gli yogi hanno sempre avuto un rapporto molto stretto con la natura e con gli animali, di grande rispetto e compenetrazione.
E i richiami e i rimandi sono quindi tantissimi (ed infatti le posture hanno spesso non solo il nome di animali ma anche di elementi della natura come alberi, montagne, ecc.).
Manduki o Mandukasana
Manduki significa proprio rana (da cui la postura della rana) e, nella sua esecuzione, il corpo assume la postura di una rana a riposo.
Nonostante siamo soliti pensare alla rana come un animale sempre intento a saltellare tutto il giorno in modo frenetico, dunque costantemente in movimento, come tutti gli esseri viventi ad un certo punto cerca uno spazio isolato per riposarsi assumendo una posizione statica.
In questo video il Maestro Damodar Daniel illustra proprio la postura MANDUKI in tutte le sue sfaccettature e vi guida passo passo alla sua corretta esecuzione, così da poter trarre il massimo beneficio dalla pratica.
Come sempre l’esecuzione degli asana non è un semplice esercizio fisico, ma coinvolge la totalità del nostro essere: questa postura infatti, oltre ai numerosi benefici per l’elasticità e per l’allungamento della colonna vertebrale aiuta fortemente a placare i sensi e controllare il ritmo del nostro respiro e per questo è ideale come preparazione ad una pratica di meditazione o di concentrazione meditativa (soprattutto per uno yogi esperto che ha raggiunto un elevato controllo del proprio corpo).
Come eseguire Manduki
- Piegate le ginocchia e sedete sui talloni
- Allargate i talloni facendo scendere i glutei fino a terra
- (in modo da avvolgere con la pianta del piede i glutei mantenendo invece le dita in contatto tra loro)
- Allargate delicatamente le ginocchia verso l’esterno, senza mai forzare
- Poggiate le mani sulle ginocchia; le mani sono in Gyana mudra rovesciato (l’indice piegato sotto al pollice lasciando le altre dita distese e il palmo rivolto verso il basso)
- Arrotolate la lingua sul palato come se potesse entrare nella cavità cranica
- Respirate lentamente e ritmicamente
In questa fase le percezioni sensoriali ed organiche tenderanno ad assorbissi e ritirarsi e la mente ed il respiro tenderanno a rallentare. A questo punto la postura continua con l’allungamento in avanti della colonna vertebrale fino a poggiare (ma solo se ci riuscite senza forzare, petto e testa a terra).
Se avvertite tensione non forzate oltre il vostro limite, con il tempo e la pratica riuscirete a chiudere la postura. Per uscire dalla posizione riportiamo delicatamente il busto in posizione di partenza facendolo scivolare lentamente fino ad assumere nuovamente la posizione della rana a riposo. Sciogliete sempre l’asana con delicatezza e con movimenti lenti.
Benefici
- Questa postura rallenta il flusso dei pensieri e contribuisce a placare la mente
- Aiuta e migliora la digestione
- Favorisce lo stato meditativo
- Rinforza la schiena rendendola più elastica
- Favorisce una respirazione profonda
Buona pratica yoginis!
Ricorda di ascoltare sempre il tuo corpo e di non spingerlo oltre le sue capacità. Vedrai che con il tempo riuscirai ad eseguire al meglio tutte le posture. Abbandona ogni idea di competizione verso te stesso e verso gli altri. Utilizza la tua determinazione per migliorarti ogni giorno e per trovare il benessere psico-fisico tanto desiderato.