fbpx

Yoga e abitudini

Il giorno prima che entrassero in vigore le ultime restrizioni dell’ultimo (per ora) dpcm una mia amica ha fatto, in una sola mattina, il giro dei negozi, bar e altre attività dove si reca di solito. Quando me lo ha raccontato le ho chiesto perché lo avesse fatto.

Mi ha detto che era il suo modo di far sentire la sua vicinanza agli amici/titolari di queste attività.
Ma non solo. Mi ha confessato che probabilmente lo aveva fatto perché, in qualche modo, l’ha vissuta come una routine tranquillizzante: il modo di mantenere stabili le sue abitudini.

Ti sei mai accorto di quante delle azioni che compiamo siano in realtà abitudini?

Inizia con il guardare le persone che ti sono accanto: dal caffé della mattina, alla sigaretta, dalla strada che si percorre per andare al lavoro (quasi sempre la stessa) o al modo di mangiare e fare la spesa o al rimandare sistematicamente gli impegni.
E tante altre.
Una volta capito che tutte le nostre giornate sono scandite da una serie di abitudini possiamo accontentarci di questa nuova piccola consapevolezza oppure possiamo andare oltre e farci qualche domanda (delle buone domande ne abbiamo già parlato, trovate qui l’articolo).
Sono buone o cattive abitudini?
Mi aiutano a stare meglio o, al contrario, sono dannose (per il mio fisico, la mia mente, il mio stato d’animo)?
Posso rinunciarvi senza grandi sacrifici?
E infine: quale nuova e buona abitudine posso introdurre nelle mie giornate?
Questa è la bella notizia: le abitudini si possono leggere anche in chiave positiva (e non solo negativa nell’accezione di Rousseau e Kant).

A proposito di buone abitudini, introdurre la pratica yoga nelle nostre routine quotidiane lo è: dopo la pratica ci sentiremo più rilassati, più in forma e più presenti. Cosa ci impedisce di rinnovare ogni giorno questo stato interiore?
Ancora meglio potrebbe essere far diventare la pratica meditativa nostra compagna fedele di vita. Con un po’ di impegno e costanza potreste rischiare davvero di non poterne fare a meno e vi sarete costruiti un pezzetto di serenità che niente e nessuno potrà mai portarvi via.

Cose che meritano di essere rilette.

“E inoltre ci saranno tante altre routine apparentemente insignificanti, noiose e fastidiose. Ma non è questo il punto. Il punto è che è proprio con stronzate meschine e frustranti come questa che interviene la possibilità di scelta. Perché il traffico e le corsie affollate del supermercato e la lunga coda alla cassa mi danno il tempo di pensare, e se io non decido in modo meditato su come pensare e a cosa prestare attenzione, sarò incazzato e infelice ogni volta che andrò a fare la spesa.”

This is the water, discorso di David Foster Wallace per la cerimonia delle lauree al Kenyon college.
Qui una traduzione italiana.